PLANET ON A CHAIN ‘CULTURE OF DEATH’
Review Overview
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9PLANET ON A CHAIN
‘Culture Of Death’-LP
(Revelation)
9/10
“… l’hardcore americano sta diventando come la Serie A (e non lo dico da interista): NOIOSO. Un’uscita dopo l’altra, dischi di qualità superiore… no matter se si tratta di hardcore, punk, metalcore, bandana core… una vittoria dopo l’altra. Il tutto finirà, molto probabilmente, con il nuovo record di punti in una stagione. Roba che non si vedeva dal ’94…”. Iniziavo con questa intro per introdurre l’ultimo degli Spaced per poi parlare del loro modo “fluido” (in musica e approccio) di gestire la materia hardcore. Voce femminile, attitudine “mista”, grande ispirazione, non faccio a tempo a pensare che l’hc oldschool sia bello morto che la Revelation piazza il nuovo POAC. Old School Revelation Hardcore at its best. PUNTO. Feedback… giro di basso… riffone di chitarra… l’altra chitarra che entra e spacca tutto… coro… drop… accelerazioni… repeat! Tutto fatto, suonato e reso alla perfezione. C’è il pezzo più Better Than a Thousand (‘Cocalero’). C’è il pezzo più Cro Mags (‘Invalidation’). Ma i POAC, nonostante una grafica che potrebbe far pensare ad una svolta crust… dicevo i POAC fanno solo e soltanto Old School Revelation Hardcore at its best. Ma: c’è qualcosa in più! E ne abbiamo già parlato nell’intervista coi Corpo Estraneo. Nell’hc le due chitarre servono (se non sei gli RKL) a raddoppiare la botta. Squadra che vince non si cambia, vero ma rispetto al già clamoroso primo album, i POAC aggiungono una chitarra a quella formula MAGGICA. Nell’hc le due chitarre servono (se non sei gli RKL) a raddoppiare la botta. I POAC sono l’esempio, la prova provata, che l’Old School Revelation Hardcore può ancora fare male… MOLTO MALE.
(fmazza1972)
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