PAINT IT BLACK ‘FAMINE’
Review Overview
8
8PAINT IT BLACK
‘Famine’-LP
(Revelation)
8/10
‘CVA’ dei Paint It Black nel 2003 si presentava come un album di una band che faceva le cose sul serio, niente stronzate, hardcore da urlo, incazzato, a tratti brutale e dentro questo nuovo progetto c’erano Dan Yemin dei Kid Dynamite e Lifetime (doppio punto esclamativo) e David Wagenschutz dei Good Riddance (di nuovo doppio punto esclamativo), da qui anche una certa spregiudicatezza nelle melodie. Ebbene, l’album risultava una bomba, 17 pezzi in meno di venti minuti di musica vertiginosa, un mix letale che ormai è un classico dell’hardcore. Da qui in avanti per dieci anni ci sono stati altri due album e vari singoli sempre ad altissimi livelli con una dose d’impegno notevole e una certa costante (…). Ecco, la costante è quella che è venuta a mancare dal 2013 in poi, ebbene, dopo dieci anni di silenzio assoluto, fuori adesso con un nuovo 12 inch per Revelation Records: ‘Famine’. Un fulmine a ciel sereno ormai inaspettato. Quasi mi ero dimenticato di loro. Forse dal 2013 non ascoltavo più per bene i Paint It Black, solo qualche brano sparso in delle mie playlist da iPod o da automobile. L’ascolto inizia con il brano che dà il titolo all’album (‘Famine’), si tratta di un brano cadenzato, pieno di tensione con la voce di Yemin più carica che mai ed proprio qui che i Paint It Black mettono subito in chiaro due cose: la maestria nell’eseguire questo genere di song e le idee originali con cui farcirle e renderle uniche. Otto brani di una rabbia che fa rizzare i peli delle braccia (ascoltare per credere ‘Exploitation Period’, una camminata lenta e minacciosa che è come un’esecuzione marziale), mai domi e men che meno noiosi le chitarre, il basso e la batteria mischiano ritmi frenetici alla ricerca di melodie drammatiche (‘The Unreasonable Silence’) che puntualmente ti pugnalano in modo ferale e definitivo. I Paint It Black ritornano alla musica in modo molto convincente e, soprattutto, con un prodotto importante, non banale. “È importante realizzare cose reali, ponderate e non usa e getta”, afferma Yemin. Ci sta come buona scusa per dieci anni di silenzio!
(Giuseppe Picciotto)
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