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Salad Days Magazine | November 8, 2024

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KVELERTAK ‘ENDLING’

KVELERTAK ‘ENDLING’
Salad Days

Review Overview

8
8
8

Rating

KVELERTAK
‘Endling’-CD
(Rise)
8/10


Se fosse un vino e io un sommelier descriverei così l’ultima fatica dei norvegesi Kvelertak, ‘Ending’: “ampio”, con un gran gusto di varietà, di sensazioni e odori, di quella classicità che rasenta il folklore mitico delle terre vichinghe che la band inneggia da sempre; “lungo”, con una certissima sensazione che possa persistere a lungo nel palato (nella mente); “strutturato”, pieno e ricco di tutte le sue componenti, sia a livello di sound che di strumentazione e produzione e, in ultimo, “fuligginoso” perché la componente (o)scura, brumosa, dona anche freschezza, come una brezza marina di un mare del nord! C’è anche da dire che band come i Kvelertak o si amano o si odiano, come tutti quei gruppi che avendo troppe idee in mente partoriscono un melting pot di generi che moltissime volte non rende bene la compattezza del prodotto. ‘Ending’ ha dalla sua parte, a prescindere da tutto ciò, brani davvero ben riusciti come, ad esempio, i primi tre della tracklist, ‘KrØterveg To Helvete’, ‘Fedrekult’ e ‘Likvoke’ che, in modo superlativo, introducono e conducono all’ascolto in modo immersivo, e, in sostanza, le idee sono belle in vista e anche le melodie sono di quelle che al primo ascolto ti fanno comparire i punti esclamativi nel cervello. Che poi io, nel brano che porta il titolo dell’album, ci trovi addirittura delle influenze palesi di una band come i Pixies e che lo trovi anche il brano più bello dell’intero album, beh, potrò anche essere smentito, ma tant’è! Poi, a dire la verità, come anche nei lavori precedenti, alcuni brani come ‘Skoggangr’ e ‘Paranoia 297′ sarebbe stato meglio non inserirli, ma due songs su dieci non del tutto riuscite ci possono anche stare. E anche questa volta con ‘Ending’ i Kvelertak hanno saputo ben intrecciare miti, culture e rituali vecchi e nuovi, e come esclama la band: “Al calare del sole, nel momento in cui i buoi vengono sciolti, seguendo il sentiero tracciato dalle orme di Rasmus Vardal, i predoni della roccia tornarono a cavalcare, gridando che Kielland è morto, lunga vita a Kielland!”. Niente di più immaginifico per descrivere ‘Ending’.
(Giuseppe Picciotto)

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