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Salad Days Magazine | December 21, 2024

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DISCORIVOLUZIONE – RECAP

DISCORIVOLUZIONE – RECAP
Salad Days

You Got To Get In To Get Out – PAC Padiglione d’Arte Contemporanea (Milano).

Weekend evento al PAC. Super joint tra alcune realtà di spicco della società civile milanese… e faccio meglio ad elencarvi il tutto, che so benissimo che “società civile” fa venire in mente qualche fondazione di qualche banca… altro che nightclubbing! Politecnico di Milano, i.e. il massimo per quel che riguarda design ed architettura. Mondo, non Italia. Mondo. PAC. Che per chi vive sulla Luna sta per Padiglione di Arte Contemporanea. Qui ci abbiamo visto (tra le altre) Serrano (quello della copertina di ‘Load’ dei Metallica), piuttosto che la celeberrima mostra dei Graffiti milanesi, quella organizzata da Sgarbi. Quella del: “Leoncavallo = Cappella Sistina”. Una delle mostre che ha cambiato tutto, talking about “underground a Milano”: una mostra organizzata da Sgarbi, cazzo, ai tempi assessore alla cultura con un sindaco di destra (era la Moratti, se non mi sbaglio). Per tutti quelli: “perché Franz non voti?”. Contenuti a cura di “Le Cannibale”, collettivo di elettronica ‘Dal Basso’, da un po’entrato nell’oligarchia della movida milanese. Che dire? Un po’ come il mio liceo, la mia università. Periodo ottimo, visto che ne sono uscito super bene. Ma un mantra, anzi un drone durato per 10 anni da parte di prof vari e mamma: “bravo, ma se si applicasse”. Discorevolution: due parti a mio modo di vedere “outstanding”. Discodiorama (devo spiegarvi di cosa si tratta?).

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Discoarchivio, in particolare mi ha gasato la sala con foto/progetto delle varie discoteche rese in cartone/3D nella sala Discodiorama (e così vi ho spiegato tutto). Il PAC è uno spazio importante, spazio poi utilizzato la notte per una serata a cura, appunto, di Le Cannibale (non ci sono stato, quindi mi fermo qui). Spazio (dovrei dire pista?) lasciato volutamente “vuoto”, con un paio di installazioni interessanti che lo abbelliscono (vedi le sagome delle discoteche di cui sopra appiccicate sul pavimento… vedi il “bar”). Interessanti, non solo… SUPER apprezzati, i riferimenti alle varie Tblisi, Lagos e Beirut; diciamo i BRICS, i paesi di volta in volta emergenti della musica dance. Un po’ meno clamorosa (per non dire “un po’ povera”) la parte “Discoarcheologia”, con reperti vari dalle disco di cui sopra (business cards dello Studio 54, piuttosto che biglietti di entrata all’Hacienda). Per un frequentatore come il sottoscritto (ma forse, per una volta, noi con il 7 davanti QUELLA cosa l’abbiamo vissuta bene): “bravi, ma se si applicassero”. Compito del prof? Compito della mamma? Sottolineare, sempre e comunque, quello che non va. Non mi convince il loro privé, “reso” con un’installazione chiamata “Voyeuroom”. Troppe spieghe. Poca spontaneità. Un pippone di intro tipo “se il privé nelle discoteche – “a proposito, ma lei sa cosa è un privé?” – è un luogo esclusivo, il nostro è un’esperienza inclusiva etc etc”. E quando arriva la parola maggica “esperienza”: STOP/FINITO. Posso “perdonare” il fatto che Ibiza sia resa come un supermercato (penso che molti “vecchi”, qui, non siano d’accordo). Posso “perdonare” il fatto che manchi Parigi ed il French Touch (penso che molti “vecchi”, qui, non siano d’accordo) o che ci sia un po’ poca Londra (penso che molti “vecchi”, qui, non siano d’accordo). Posso perdonare che non ci sia il Plastic. Discorevolution a Milano e non c’è Plastic? Come quando i Napalm Death vengono in Italia e non fanno la cover di ‘Politicians’, ma quella di ‘Lowlife’… anche no. Quello che faccio fatica a digerire, vista la presenza dei colossi di cui sopra (Politecnico e Le Cannibale), è la mancanza di due PESI MASSIMI come Detroit e Chicago. Musica/cultura/architettura/loft/gentrificazione/riqualifiche/fallimenti/diritti civili/blacks/REVOLUTION. Detroit e Chicago sono tutto QUELLO. E sono ASSENTI. Bravi. Bel lavoro. Ma potevate fare un po’ di più!
(fmazza1972)

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