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Salad Days Magazine | November 24, 2024

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CRAIG’S BROTHER ‘EASILY WON, RARELY DESERVED’

CRAIG’S BROTHER ‘EASILY WON, RARELY DESERVED’
Salad Days

Review Overview

6
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Rating

CRAIG’S BROTHER
‘Easily Won, Rarely Deserved’-LP
(People Of Punk Rock)
6/10


Santa Cruz, California, in piena ondata skatepunk anni novanta (Fat Wreck / Epitaph) balzano agli onori delle cronache i Craig’s Brother, combo facente capo al giro “cristiano” della Tooth & Nail Records (loro gioia e loro dolore), capitanati da Ted Bond e Scott Hrapoff. Non la prima linea e neanche la seconda, forse la terza di un genere che sta letteralmente conquistando la scena punkrock mondiale… ‘Homecoming’ (alzi la mano chi di voi se l’è comprato), il loro “ingresso in società”, magistralmente prodotto da Donnell Cameron, segnerà lo spartiacque definitivo tra titolari (Lag Wagon, Nofx, No Use For A Name, Millencolin, Strung Out, Bad Religion, Propagandhi) e panchina; tra chi lascerà un segno indelebile e chi invece verrà ricordato solamente come partecipante non protagonista. ‘Easily Won, Rarely Deserved’ è il quarto disco ufficiale della band dopo una semidisastrosa e accidentata carriera, 13 pezzi che non si scostano di una virgola dai loro precedenti: punk da boardsports iper melodico in stile ultimi No Use For A Name, ma senza l’ugola di Tony Sly (R.I.P.). Tracce spesso ripetitive ed eccessivamente lunghe che temo “scarichino” le batterie anche ai fans più incalliti; si parte a cannone con la strumentale ‘Putrefaction Of Trust’, pezzone davvero coinvolgente, vi succede ‘Violent Faith’ galoppata solare a briglie sciolte (pure troppo), poi arriva ‘Out Of Your Hole’ con un ritornello da famosi “lacrimoni”, forse la prova più riuscita del platter. Il resto purtroppo è un limbo di tantissima volontà e poca sostanza, che ti fa pensare: ma se i Bad Religion (e dico i Bad Religion) ormai fanno dischi da 3-4 canzoni stellari e il resto contorno (non ordinato tra l’altro), i Craig’s Brother che speranza hanno di fare meglio? Certo se poi metti in conto la radiofonica ‘Rodeo Clown’ costruita a tavolino per l’algoritmo dedicato… il finale con pianoforte strappalacrime di ‘Scattered And Few’ e la conclusiva ‘Ghost’, ballad che nemmeno nelle migliori intenzioni dei White Lion, beh allora tutto è possibile… in California o in Canada però, ultime roccaforti di chi non vuole proprio mollare l’osso.
(Rigablood)

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