Shackleton @ San Fedele per Inner Spaces 14/03/2022, Milano – recap
Riprende con il botto Inner Spaces @ San Fedele.
Per chi non lo sapesse, Inner Spaces è la rassegna dei campioni della musica elettronica d’avanguardia mondiale, con la sua arena di riferimento a Milano, presso il teatro San Fedele. Volete i nomi? Gli Otolab sono dei “quasi” resident. Ci abbiamo visto di tutto e di più, da Vladislav Delay a Murcof, per intenderci. E come mai il meglio della musica elettronica intelligente mondiale da più di cinque anni fa la fila per suonare al San Fedele? Il motivo è semplice. L’idea è di misurarsi con l’IMPIANTO per eccellenza. L’evento di questa sera, “Shackleton vs Acusmonium”, porta al San Fedele il pubblico delle grandi occasioni. Riconosciamo un parterre di VIPs quasi (quasi) come i Casino Royale di ieri. Comunque: un sold out non scontato. Scrivere qualcosa riguardo a Shackleton senza cadere nella trappola del cognome (e quindi senza citare “esplorazione” o “Battiato”), è come giocare a Tabù. Torno a me stesso, e alla rece del numero 2 di Castel Sotterra. Se quell’etichetta, in questo momento, è l’entry point riguardo all’idea di post musica, o di musica post umana… con Don Antonio Pileggi che ci guida, e con i protagonisti di questa rassegna che suonano, siamo in territori molto fuori dal nostro mondo.
Shackleton non si sottrae alla sfida, non si nasconde dietro ad una partitura semplice (e neanche media). E questo succede nonostante il pieno di cui sopra. In altre parole, non vuole piacere a nessuno. Buona parte del suo set è indescrivibile/inconfrontabile. Un’ora del genere si affronta solo se preparati: penso di essermi “salvato” grazie ai billions di miei ascolti, da ‘Scum’ dei Napalm Death a ‘Songs Of Milarepa’ della Radigue. No ascolti. No preparazione, inevitabile “sconfitta”: penso alla parola “noia”, ma anche peggio alla corazzata Potemkin. Io stesso faccio una grande fatica a seguire Shackleton quando manca il riferimento di un qualche “ritmo”, l’ancora di un qualche “battito”. Una bella sfida, quindi, per Shackleton: quella di rendere vivi i suoi percorsi apparentemente casuali attraverso l’IMPIANTO, attraverso l’Acusmonium. Vinta. Una bella sfida, quindi, anche per il pubblico del San Fedele: quella di capire i percorsi apparentemente casuali di cui sopra. Vinta? Usciamo: tutti presi bene. Vinta.
(fmazza1972)
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