THRICE ‘HORIZONS/EAST’
Review Overview
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9THRICE
‘Horizons/East’–CD/LP
(Epitaph)
9/10
Partiamo subito dall’epilogo; ‘Horizon/East’ è il miglior album dei Thrice dai tempi di ‘Beggars’. E calcolando il valore di quelli usciti tra il 2011 e il 2018 (‘Major/Minor’, ‘To Be Everywhere Is To Be Nowhere’ e ‘Palms’) l’acquolina in bocca già vi dovrebbe venire. Ma non lo potrete capire finchè non ascolterete. I quattro di Irvine, California non deludono nemmeno questa volta; e se qualche fan era riuscito a trovare qualche pecca nel precedente ‘Palms’ (al contrario della critica che lo aveva apprezzato) dubito troverà qualcosa da dire nel nuovo. Registrato presso i New Grass Studio (di proprietà della band) con l’aiuto di Brian McTernan, Paul Leavitt e Scott Evans (tutti nomi che credo non abbiano bisogno di presentazioni) ‘Horizons/East’ si candida a diventare sicuramente un fan favorite e a mettere in discussione la top 5 (ma anche 3) di chiunque. Una delle migliori opener song di sempre (‘Color In The Sky’ – as I made my plans, my head would spin and swiftly dance between the whys, like why the roads were all dead ends, why we’d no word to name the color of the sky), lyrics piene di speranza (I can see a better way to build the world, where every hand is held and holding on), ritornelli che ti fanno venire la pelle d’oca (‘The Dreamer’), una chiusura coraggiosa tutta pianoforte e sintetizzatori (‘Unitive/East’ – is there a me without you?), la voce di Dustin che ormai non trovi più le parole (uno dei migliori cantanti – e lyricist – in circolazione?) e una sezione ritmica ormai più che collaudata sono la conferma di una band in piena forma che tiene sempre altissimo il livello della sua proposta e che lascia già i fan in snervante attesa per ‘Horizons/West’, che sappiamo già per sicuro esisterà. AOTY contender.
(Francesco Zavattari)
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