ESCAPE THE FATE ‘CHEMICAL WARFARE’
Review Overview
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3ESCAPE THE FATE
‘Chemical Warfare’–LP
(Better Noise Music)
3/10
Qualche giorno fa è uscita l’ultima fatica degli Escape The Fate, ‘Chemical Warfare’, la settima per la precisione e la sesta dall’arrivo di Craig Mabbitt alla voce. Fin qui nulla di nuovo, gli anni sono passati per tutti e gli esordi con Ronnie Radke e il successo del loro album eponimo sono ormai lontani. Tocca a Mabbitt farsi carico della band e di proseguire la strada. Arrivando da un paio di album come ‘Hate Me’ (2015) e ‘I Am Human’ (2018) non era lecito aspettarsi un qualcosa di diverso da ‘Chemical Warfare’, ovvero un’involuzione e un appiattimento generale del suono in versione sempre più melodica e testi che rasentano la banalità più totale: il rock, qui, acquisisce accezione negativa. Arrivare alla fine dei quasi quaranta minuti suddivisi in dodici pezzi non è facile, anche se le tracce sono confezionate in maniera perfetta per funzionare come singoli radio (‘Lightning Strike’, ‘Invincible’ e ‘Chemical Warfare’ in particolare, poi c’è la dance (sic!) ‘Unbreakable’ che riporta alla mente i Paps’n’Skar, non sto scherzando), scalare facilmente la Billboard e riempire gli stadi (coronavirus permettendo). Non bastano qualche comparsata della violinista Lindsey Stirling o del sempiterno Travis Barker ad alzare il livello, svolgono semplicemente il loro compitino e non aggiungono mordente a questo immaginario ma concreto genere che definisco imaginedragonscore, che a mio parere rende bene l’idea e del quale gli Escape The Fate si apprestano a diventarne i rappresentanti assieme ai Papa Roach, compagni di tour e di roster (un caso?). ‘Chemical Warfare’ è una Punk Goes Pop, del 2009… siamo nel 2021, appunto. Per qualcosa di un minimo più originale e vitale meglio andare da un’altra parte.
(Fabrizio De Guidi, @fabrizio1919, @fabriziodeguidi)
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