THE DAMNED ‘AD 2022 LIVE IN MANCHESTER’
Review Overview
7
7THE DAMNED
‘AD -2022 Live In Manchester’-CD
(earMUSIC)
7/10
L’identità di una band è un qualcosa di difficilmente inquadrabile, soprattutto se la band in questione si chiama Damned, e altresì, è nata quasi 50 anni fa. Troppo sbrigativo collocarla solamente sotto l’effige Punk! Possiamo tranquillamente affermare che il crooner Dave Vanian, abbia speso la sua intera vita per far crescere e mantenere in salute la sua creatura; accanimento terapeutico direbbe qualcuno, un ottimo lavoro penserebbe qualcun altro. La verità sta nel mezzo? Non proprio, in questo caso la bilancia pende più verso la seconda opinione. Come dicevo, Vanian a parte, il dedalo stilistico intrapreso dai Damned, protrattosi verso il gothic e la new wave, ha deviato il focus dei fan della prima ora, così come degli avventori meno attenti. La moltitudine di musicisti e faccendieri più o meno di grido, che si sono alternati lungo il cammino, sono quasi impossibili da elencare, ne cito due: Lu Edmonds (P.I.L. LTD – Billy Bragg) e la gothic queen Patricia Morrison (The Sister Of Mercy – Gun Club) poi diventata la signora Vanian. Paradossalmente i membri originali sono diventati i turnisti della band che hanno contribuito a creare, con il solo Captain Sensible che, dopo una breve e discussa carriera solista, rientrerà in pianta stabile, passando dal basso – alla chitarra – al basso con un certo “savoir faire” per così direi. Viene ricordato dai più con il ritornello di una sua famosa hit: “ho detto Capitano – ho detto che te ne pare?” Non ci è dato sapere quante lusinghe e quanto tempo siano stati spesi, per convincere Brian James e Rat Scabies (il più reticente all’idea di una réunion) sta di fatto che l’accordo è stato trovato, e emergenza Covid permettendo, il 3 novembre 2022 all’Apollo di Manchester i Damned sono andati in scena, perché mai perdere l’occasione di immortalare questo storico momento? La scaletta di ventuno pezzi pesca a mani basse dai primi due album ‘Damned, Damned, Damned’ e ‘Music For Pleasure’, entrambi del 1977, e sembra che da allora non sia cambiato esattamente nulla: stesso sound, stessa attitudine, stessa urgenza, stessa qualità sonora. Come allora, basso e batteria in evidenza con i riff scarni e noisey di Brian James a intontire lo spettatore, e con il maestro di cerimonia Dave Vanian che alternava bel canto di diaframma a momenti più graffianti, con un timing perfetto giocava con i cori dei fan presenti, in un botta e risposta tennistico d’alta scuola. Tra i pezzi più iconici emergono: ‘Born To Kill’ – ‘Neat Neat Neat’ e ‘New Rose’, ma anche ‘Problem Child’ e la casinara ‘Alone’, tratte dal secondo album, tele trasportano l’ascoltatore agli antichi fasti del 100 Club per capirci. Un live album commemorativo per chi non sia riuscito a beccarli in tour, se ci pensate sono davvero poche le punk band che possano vantare ancora oggi la line up originale, un motivo in più per intercettarli in futuro. Se vi piacciono le storie a lieto fine, i romanzi d’avventura, o il punk rock nudo e crudo suonato da maestri del genere. Che questo disco serva da promemoria, perché nulla è eterno, o quasi…
(Mat The Cat)
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