11Paranoias ‘Reliquary For A Dreamed Of World’
Review Overview
7.5
7.511PARANOIAS
‘Reliquary For A Dreamed Of World’-CD
(Ritual Production)
7.5/10
Tornano gli 11Paranoias, con il loro terzo disco ‘Reliquary For A Dreamed Of World’. La band inglese si forma nel 2011 e vede alla batteria Mark Greening, ex Electric Wizard, che esce dalla band l’anno successivo. Producono due album nello stesso anno, 2014, per la Ritual Production, etichetta che produce anche l’ultimo disco. Il trio è formato attualmente da Adam Richardson (basso,voce), Mike Vest (chitarra) e Nathan Perrier (batteria). Il sound degli 11Paranoias è descritto nel nome. Muri di suono fatti di riff lenti e psichedelici. La voce, posta in sottofondo e mescolata agli altri strumenti, proviene da un’altra dimensione e a volte si trasforma in un parlato che sembra reciti rituali, come in ‘Destroying Eyes’. Brano in cui la sessione ritmica diventa veloce e ritmata a tal punto da ricordare gli Hawkwind. Le chitarre sono lisergiche, distorte, cosmiche. Il brano dura quasi 17 minuti, ed è un viaggio in una dimensione allucinata e paranormale. Questo dimostra come la band si distacca da quell’etichetta doom che a questo punto comincia a stargli davvero stretta. Nel brano ‘Meditation Of The Void’ è ancora più evidente: sembra di essere in una realtà Lovecraftiana dove reale ed irreale si confondono, veglia e sonno si alternano in maniera confusa ed il tutto si trasforma un sogno lucido a tutti gli effetti. A tratti il suono diventa seducente, come a volerti accompagnare alle porte di un’altra dimensione, dove le paranoie si materializzano in mostri. Nell’ultimo brano ‘Milk Of Amnesia’ infatti, i mostri che prima sembravano innocui, diventano predatori affamati. Gli incubi prendono vita. Intrappolati in questa realtà paranoica, fatta di chitarre iper distorte, violente, claustrofobiche, accompagnate da una sessione ritmica ripetitiva e martellante e da una voce che si trasforma in grida agonizzanti. ‘Reliquary For A Dreamed Of World’ è un disco che scivola attorno a tante etichette, senza mai rimanere incastrato in uno di quei recinti fatti di dogmi stilistici.
(Valentina Vagnoni)
Submit a Comment