THE CORPS ‘FROM OBLIVION’
Review Overview
7
7THE CORPS
‘From Oblivion’-EP
(Thousand Island)
7/10
In un periodo dove nessuno ha voglia di scrivere un pezzo che non sia un commento inutile sotto un post altrettanto inutile, o peggio una vomitata pubblica della propria vita privata (di cui a nessuno frega meno di una sega – francesismo gratuito ma obbligato), mi ritrovo a raccontarvi ma solo per dovere di cronaca del nuovo EP dei The Corps. Da Vancouver, che non è solo “robbosi” e fentanyl (‘Ten Dollar Death Trip’, ndr), arrivano questi veterani dello skatepunk sound anni novanta che pubblicano ‘From Oblivion’, il successore di ‘Tales From 2814’ (2018); devozione totale a mostri sacri quali Satanic Surfers, Lagwagon e No Use For A Name, i nostri se la escono con 6 biglie davvero niente male, se escludiamo la traccia n°4 in scaletta ‘The Pocket’, un inseguimento senza successo a Green Day e Blink 182. Prodotto da Tim Creviston (Spiritbox, Misery Signals, Rest Easy) ‘From Oblivion’ è davvero piacevole non solo se siete dei “rimastoni” della golden age Epitaph / Fat Wreck, ma anche se avete voglia di scrollarvi di dosso quella fastidiosa “pioggina” di trap che ci annichilisce la vita 24/7. 20 anni fa avrebbero avuto una chance, oggi purtroppo rimangono una godibile sorpresa che nulla toglie e nulla aggiunge ad un genere che tanto ci ha dato. La doppietta iniziale ‘Dear Detective’ e Mocking Bird’ non avrebbe sfigurato su ‘Don’t Miss The Train’ (NUFAN), rasoiate al fulmicotone senza mezze misure che ci presentano le dichiarate skills della band. ‘On The Brink’ poi certifica, qualora ce ne fosse bisogno, il segno zodiacale dei The Corps… “più prendere che lasciare” lasciatevelo dire.
(Rigablood)
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