Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Salad Days Magazine | December 22, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

As Friends Rust ‘Porch Days’

As Friends Rust ‘Porch Days’
Salad Days

Review Overview

7.5
7.5
7.5

Rating

AS FRIENDS RUST
‘Porch Days’-Lp
(Demons Run Amok Entertainment)
7.5/10


Gli As Friends Rust mi hanno sempre fatto flippare, lo ammetto. Il loro mix di hardcore sparatissimo, con break super melodici e testi un pò decadenti, me li ha fatti apprezzare sin dal primissimo 10” ‘The Fists Of Time’, fino al capolavoro del 2001, quel ‘Won’ che rimane sempre il mio disco preferito del genere. Questi ragazzi di Gainsville, Florida, sono delle vecchie conoscenze del giro hardcore. Il cantante, Damien Moyal, militò nei Culture e nei Morning Again. Molto probabilmente, una volta formati gli As Friends Rust, perse sia l’attitudine vegan sia quella straight edge, visto che tutte le volte che li ho visti dal vivo fumava sigarette a nastro. Ma a me sinceramente non interessa nulla, l’importante è che abbia contribuito a creare dei capisaldi dell’hardcore moderno per il godimento dei miei padiglioni auricolari. ‘Porch Days’ è una sorta di compilation dei pezzi più rappresentativi composti dalla band fra il 1998 e 2000, in cui il suono della band è molto zuccheroso ed orecchiabile (anche se, a dirvela tutta, l’album ‘Won’ del 2001 è sì più maturo nel songwriting e negli arrangiamenti, ma ha un retrogusto pop decisamente più marcato), periodo conosciuto con il nome di ‘Coffee Black’ (pezzo qui contenuto e pescato direttamente da ‘God Hour’ del 1999). Il suono del gruppo è un ibrido tra l’hardcore melodico più veloce e smagliante, un pochino di emo (quello dei’90, non quello che andava di moda poco tempo fa) e una spuzzatina di punk rock. I testi, come scrivevo qualche riga più sopra, sono molto belli: parlano di esperienze personali, rapporti con le ragazze e gli amici. Insomma, quel genere di melassa in cui tutti e tutte, volenti o nolenti, ci siamo impiastricciati di tanto in tanto. I pezzi in tutto 10, tratti quasi tutti dall’Ep ‘God Hour’ (compresa la cover di ‘Operation’ dei Circle Jerks), mentre il pezzo di apertura ‘Home Is Where The Heart Aches’ è preso dal primo 10”, ‘The Fists Of Time’. Il secondo pezzo, intitolato ‘First Song On The Tape Youy Make Her’ è preso dallo split con i Discount. Chiudono due pezzi registrati dal vivo a Ieper (dove ero presente e fecero un concerto grandioso) e a Long Island, che ho trovato inutili, visto che la qualità del suono è estremamente bassa. A conti fatti un ottimo modo per riscoprire una band che ha fatto da apripista al genere, che dal vivo dava il meglio di sè. L’unico appunto è che avrei tolto i due brani live e inserito un paio di pezzi in più dal 10” su GoodLife Recordings. Per il resto, se volete conoscere cosa faceva impazzire alcuni hardcore kid in quegli anni, questo è un ottimo inizio.
(Marco Pasini)

Submit a Comment